La Bolivia è uno Stato dell'America Latina
che non ha sbocco sul mare, infatti è confinante a nord e a est
con il Brasile, a sud-est con il Paraguay, a sud con
l'Argentina, a ovest con il Cile e il Perù. La superficie dello
Stato è pari a poco più di tre volte l'Italia (1.098.581 kmq).
Nella parte ovest della Bolivia si eleva un altopiano sui 4.000
metri, racchiuso tra le cime andine della Cordigliera
Occidentale (con Sajama e il Tocorpuri) e della Cordigliera
Orientale (con l'Illampù e l'Illimani): zona arida, fredda e
ventosa. A est si estende un bassopiano con il clima caldo e
umido, ricoperto dalla giungla. Le due zone sono collegate dalle
yungas, valli dove rigogliose foreste si alternano a colture di
cacao, coca e canna da zucchero. Sucre è la capitale legale, La
Paz è sede del governo e capitale amministrativa.
Il clima in questo Stato è caratterizzato da repentini
cambiamenti di temperatura, quindi è necessario un abbigliamento
costituito sia da capi leggerissimi, in fibre naturali, sia da
indumenti caldi, maglioni, giacca a vento con cappuccio (utile
durante la stagione delle piogge).
La
Bolivia presenta una realtà molto diversa dalla nostra: la
popolazione di circa 7.300.000 abitanti è per il 55% indigena,
31% meticci e 14% europei. La composizione razziale varia da
luogo a luogo. Indigena intorno al Lago Titicaca, più della metà
a La Paz; tre quarti meticci o europei alle città di Yungas,
Cochabamba, Santa Cruz e Tarija. Fin dagli anni Ottanta le
tensioni regionali tra i "collas" (abitanti dell'altipiano) ed i
"cambas" (abitanti delle terre basse) sono divenute più marcate.
Gli indigeni sono composti principalmente da due gruppi: uno
dell'altipiano nord che parla l'aymarà gutturale e l'altro che
parla il quechua, la lingua Inca, ma la lingua ufficiale
boliviano è lo spagnolo (castellano).
Altissima è la percentuale degli analfabeti, ufficialmente
attestata intorno al 34%. In realtà, però, vi è un altro 21% che
sa solo scrivere il proprio nome e pertanto l’analfabetismo
reale si aggira attorno al 55%. Il 37% delle donne dell’area
rurale è analfabeta e la maggioranza di esse non parla nemmeno
la lingua nazionale, ma solo la lingua indigena. Solo il 40% dei
bambini di età scolare frequenta la scuola sebbene, in teoria,
sia obbligatoria tra i 7 ed i 14 anni.
Un fenomeno boliviano unico nei Paesi andini è l'alta
percentuale del lavoro femminile (oltre 60%) che riguarda
prestazioni di ogni tipo, comprese quelle pesanti nei lavori
stradali ed edilizi.
Circa
due terzi della popolazione vive in capanne di terracotta e i
servizi medici sono appena abbozzati fuori dalle città. L’80%
delle case non ha acqua, il 64% non ha l’energia elettrica e il
77% non dispone di servizi igienici. Epidemie sono
comparativamente rare sull'Altipiano, ma malaria e febbre gialla
sono ancora problemi nell'Oriente.
Per cui le differenze di posizione geografica si riflettono
duramente nelle condizioni di vita, di cultura e di assistenza
sanitaria, che vedono fortemente sfavoriti gli abitanti delle
zone rurali, rispetto ai cittadini, e gli indigeni amazzonici
rispetto a tutti gli altri. Soltanto dopo il 1952 in Bolivia si
presero misure più efficienti per la protezione della
popolazione amerinda e dei suoi valori, per elevare le
condizioni sociosanitarie della gente indigena, per fronteggiare
la denutrizione che colpisce metà della popolazione giovanile, e
per combattere l'uso diffuso della cocaina presa come palliativo
alla fame.
Nell'America andina, la Bolivia è il Paese col tasso di
urbanizzazione meno elevato, anche se gran parte della sua rete
urbana ha origini antiche. Il cronico disordine politico del
Paese, la varietà di ambienti naturali difficilmente accessibili
nonché la povertà delle risorse urbane hanno fatto di freno per
lungo tempo alla mobilità della popolazione interna favorendo la
permanenza nei villaggi rurali.
Superficie: 370.621
Km²
Abitanti: 1.500.000 ca.
Altitudine: 437 m.s.l.m.
Santa Cruz si dice che sia la città dell'eterna estate in
Bolivia in quanto è situata nella zona di transizione tra la
foresta pluviale amazzonica, le terre alte e le aride pianure
del Chaco. Infatti ha un clima prevalentemente tropicale.
E' una città che ha circa un milione e cinquecento mila
abitanti, dove l'agricoltura è in piena crescita, per cui ci
sono vaste piantagioni di zucchero, riso, cotone, soia ed altri
prodotti tipici dei climi caldi.
La crescita economica ed agricola attrae sia gente dagli
altopiani sia etnie diverse come giapponesi, palestinesi,
indiani ed italiani; Santa Cruz ospita anche
stranieri
che lavorano nell'industria del petrolio, ricercatori
provenienti da tutto il mondo, missionari ed operatori
dell'ambiente.
La città è costruita ad anelli concentrici, collegata da viali dritti e ben alberati, che consentono in genere un traffico veloce e scorrevole. Purtroppo è una città imbruttita da fili di corrente elettrica neri ammassati molto in basso, a ridosso delle case e spesso provocano incendi. Inoltre i canali di scolo sono a cielo aperto e i rivoli maleodoranti contribuiscono alla diffusione di insetti e virus.